Benestanti
Rapporti sociali, politici e umani, e comportamenti incongruenti e inspiegabili scorrono nell’ottica di individui poco acculturati che formano la massima parte della popolazione. Persone realmente esistite e loro azioni realmente accadute, prototipe di infinite altre, si susseguono tratteggiate fedelmente. Azioni deleterie, aberranti e abominevoli, che di solito il pudore e la vergogna nascondono accuratamente, svelano l’imponderabile, malefica e diabolica natura dei loro autori, rimasti sempre occulti e non mai perseguiti. Tanto squallore e tanta turpitudine, destinati a restare sommersi, emergono mediante la contenenza gnomica e la radicata persuasione popolare romanzati alla meglio in questo libro.
Mezzogiorno moderno e capitalismo. Secondo tesi prevalenti e molto accreditate l’economia del Mezzogiorno nel Seicento è in recessione e in una prolungata crisi che si manifesta nella diminuzione dell’esportazione, della produzione, del reddito e della ricchezza. Un’analisi accurata dei dati disponibili consente all’autore di questo libro di formulare una diversa ricostruzione dell’andamento economico e di giungere a conclusioni che contrastano con le tesi finora sostenute. Constata che nel corso del secolo si fece ricorso alla coltivazione di terre prima incolte e continuarono a crescere la produzione e l’effettiva esportazione. Aumentò il reddito, ma la sua distribuzione non fu equa e, nonostante ciò, non promosse che scarsi investimenti. Si tradusse, al contrario, soprattutto nel tesoreggiamento e nell’enorme arricchimento dei detentori di capitale, di terra e di posizioni sociali privilegiate.
Napoli il Regno la Calabria. Per sordidi motivi importanti fatti storici sono divenuti preda di falsità e oggetto di diatribe. Alla costruzione di schemi seguirono opposte posizioni sfociate, non di rado, in detrazioni, cavilli, acrobazie e plagi. Leggendo questo libro si può tuttavia capire che cosa è realmente avvenuto nell’economia e nella società del Mezzogiorno d’Italia in età moderna: tra l’ altro, crescita o recessione?