La folle corsa.
Da Schengen a Dublino. Europa e Italia.
Vuoi sapere che folle corsa ha fatto l'Italia accogliendo e ospitando fino a riempire le sue città e le sue contrade di immigrati di ogni provenienza, di diverse etnie e di decine di fedi religiose (20 a Milano)? Leggendo questo libro potrai scoprire che cosa si sarebbe potuto e dovuto fare e si potrebbe fare e non si è fatto e si è continuato a non fare. Potrai pure scoprire con quale leggerezza e superficialità e indifferenza si è giunti quasi al collasso.
"[...] Dal 2013 era divenuto sempre più evidente l'esigenza di fermare il continuo afflusso di migranti. Con o senza la collabotazione e l'assenso dell'Europa, l'Italia avrebbe dovuto fermarlo a tutti i costi per difendersi, anche contro la condanna dell'Onu e dell'Ue. E' superfluo dire che avrebbe dovuto smettere di raggiungere i migranti fin sulle coste dell'Africa per accoglierli, selezionarli e, in parte, espellerli, perché il costo di quella generosità era enorme, insopportabile, e avrebbe presto prodotto lo sconvolgimento sociale e il collasso del Paese, il dissesto del suo bilancio e l'esaurimento delle sue risorse [....]".
"[...] Era chiaro che l’Italia doveva salvarsi, se potesse ancora farlo. Non potendo contare sull’apporto di altri Stati, dovrebbe agire da sola mobilitando tutte le sue forze e rompere i lacci giuridici che si era legati al collo. Per fermare la deriva e impedire la totale invasione e non potendo intervenire usando la forza per attaccare, l'Italia dovrebbe bloccare ogni accesso, respingere chiunque dal suo territorio e rinviare ai libici le persone che, bontà loro, spingevano gratuitamente verso la meta agognata e restituire ad ogni altro Stato i suoi cittadini e i suoi ospiti sorpresi nel Mediterraneo a viaggiare in direzione della terra promessa [...]"
Mezzogiorno moderno e capitalismo. Secondo tesi prevalenti e molto accreditate l’economia del Mezzogiorno nel Seicento è in recessione e in una prolungata crisi che si manifesta nella diminuzione dell’esportazione, della produzione, del reddito e della ricchezza. Un’analisi accurata dei dati disponibili consente all’autore di questo libro di formulare una diversa ricostruzione dell’andamento economico e di giungere a conclusioni che contrastano con le tesi finora sostenute. Constata che nel corso del secolo si fece ricorso alla coltivazione di terre prima incolte e continuarono a crescere la produzione e l’effettiva esportazione. Aumentò il reddito, ma la sua distribuzione non fu equa e, nonostante ciò, non promosse che scarsi investimenti. Si tradusse, al contrario, soprattutto nel tesoreggiamento e nell’enorme arricchimento dei detentori di capitale, di terra e di posizioni sociali privilegiate.
Napoli il Regno la Calabria. Per sordidi motivi importanti fatti storici sono divenuti preda di falsità e oggetto di diatribe. Alla costruzione di schemi seguirono opposte posizioni sfociate, non di rado, in detrazioni, cavilli, acrobazie e plagi. Leggendo questo libro si può tuttavia capire che cosa è realmente avvenuto nell’economia e nella società del Mezzogiorno d’Italia in età moderna: tra l’ altro, crescita o recessione?